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Futon giapponese: quando tradizione e moda si incontrano

Negli ultimi anni le tendenze dell’arredamento hanno sempre più preso spunto da tradizioni di paesi lontani. Una tendenza del design che mette d’accordo tutto il mondo occidentale è quella che arriva dal Giappone. Stiamo parlando del futon, il tradizionale materasso giapponese che unisce la comodità alle tendenze del momento.

Inutile dire che l’arredamento orientale prenda spunto da quello che è il modo di vivere zen tipico di quelle popolazioni, all’interno del quale trovano spazio alcuni elementi ben precisi tra i quali, appunto, il futon.

Il motivo per cui anche gli occidentali hanno deciso di farsi trasportare dalle tradizioni orientali per l’arredamento degli spazi della casa, è semplice. I giapponesi sanno arredare con armonia utilizzando pochi ma definiti complementi di arredo che grazie al minimalismo raccontano una storia semplice, ma intesa: quella degli abitanti della casa.

Scegliere un futon giapponese significa scegliere un elemento comodo, versatile e poco ingombrante. Del resto, è esattamente per questo che sono stati ideati in terra nipponica, ma di questo parleremo dopo.

futon in cameretta

Ergonomico, ecologico e pratico

Si tratta di un prodotto altamente ecologico perché composto di materiali naturali come cotone, cocco e lana e privo di parti metalliche, per questo anallergico. Il futon in cotone consente

un riposo tranquillo adattandosi al peso del corpo e mantenendo la forma naturale della curvatura della schiena. In questo modo è possibile evitare posture scorrette e pressioni anomale sulla circolazione.

Altro vantaggio del futon è quello legato alla sua praticità. Per la precisione, il materasso giapponese può essere utilizzato direttamente sul pavimento come vuole la tradizione o posato su reti a doghe o ancora trasportato per esercizi di yoga o meditazione. La comodità del futon giapponese è quella di poter essere ripiegato quando non serve. Del resto, non per caso, la traduzione precisa è proprio: materasso arrotolato.


Come nasce il futon

Spesso in occidente parliamo di futon senza sapere davvero di cosa si tratta.

Da sapere prima di ogni cosa che il materasso giapponese ha un’origine molto antica. Sembra, infatti, che risalga a un’antica stuoia che si usava nel periodo Heian (epoca compresa tra l’VIII e il XII secolo) per dormire. 

Inizialmente i giapponesi dormivano direttamente sul tatami, la classica pavimentazione giapponese realizzata con stuoie di paglia di riso rivestite in giungo intrecciato. I primi futon avevano le dimensioni di un cuscino, con il passare del tempo poi hanno assunto le dimensioni che hanno oggi. Secondo un’antica leggenda del Sol Levante, i primi materassi vennero realizzati da alcuni samurai che erano stati interdetti dall’uso della spada, il tutto più di 2500 anni fa.

Nell’antichità in Giappone il materasso veniva steso sul tatami la sera, prima di andare a dormire, in modo da utilizzare lo spazio per le attività del giorno. Questo perché nelle case nipponiche non esisteva una stanza dedicata esclusivamente alla camera da notte. Questa soluzione, non solo va incontro ai problemi di spazio, tipici soprattutto del Giappone moderno, ma si sposa anche molto bene con gli insegnamenti del Feng-shui, la disciplina della tradizione cinese (ereditata dai giapponesi) che predilige gli spazi vuoti, dove i flussi d’energia possano circolare liberamente.

Dalla tradizione il futon giapponese è passato rapidamente a essere uno degli elementi più importanti dell’arredamento occidentale dove viene preferito a quello in lattice perché i materiali sono più naturali e bio. I futon in cotone sono quelli preferiti dai più. 


Come usarlo

Non esiste un solo utilizzo del futon, chi conosce questo elemento lo sa bene. Ed è per questo che viene definito un prodotto altamente versatile.

Può essere utilizzato per dormire, come da tradizione. L’altezza classica è di 14 cm circa (5 falde di cotone/lana o 4 falde + inserto in lattice/cocco), ma sono state ideate anche altre misure per andare incontro alle esigenze degli occidentali. Come si è già detto, il futon giapponese può essere usato con doghe flessibili, doghe rigide, tatami o essere poggiato direttamente a terra.

Altro utilizzo è quello per il lettino dei bambini, soluzione che si lega al metodo Montessori. Secondo la pedagogista italiana il lettino dei bambini dovrebbe infatti essere basso e lineare. Dovrebbe essere comodo, capace di permettere al bambino di muoversi in libertà, salendo e scendendo per stimolare in lui il senso di indipendenza e permettergli di sperimentare ciò che può quando si sente di farlo. L’operazione di salire e scendere dal proprio lettino senza l’aiuto dell’adulto è infatti uno dei primi passi verso quell’autonomia che gli servirà per muoversi nel mondo e, soprattutto, di imparare cose sempre nuove.

Interessante utilizzare il futon anche come divano. La maggior parte dei divani utilizzati a questo scopo hanno uno spessore di 11 cm, con inserto di lattice all’interno per proteggere la seduta dalle doghe. Si tratta di una soluzione interessante da provare soprattutto se siamo appassionati di cultura giapponese.

Ci sono poi materassi che sono pensati apposta per lo shiatsu. In questo caso l’altezza deve essere compresa tra gli 8 e gli 11 cm e deve trattarsi di un futon in cotone. Sarà poi ogni singolo operatore a scegliere la soluzione che crede migliore.

In commercio non manca il futon giapponese portatile. Sì, portatile perché è possibile ripiegarlo nelle apposite borse e portarlo ovunque si desideri. In questo caso lo spessore va dai 6 ai 3 cm. Può essere usato per fare ginnastica, per la meditazione, per lo yoga, per le gite fuori porta o per i campeggi. Prima di fare la scelta finale è importante ricordare che il peso finale di ogni futon in cotone solitamente è compreso tra i due chili ai dieci, tutto dipende da quello che si preferisce.


L’essenziale

L’utilizzo del futon giapponese non è soltanto una scelta di arredamento. Si tratta anche di una scelta di vita, un cambio radicale da uno stile ricco di elementi come quello occidentale a uno minimalista tipico della cultura orientale. Un cambiamento che sembra nascere dall’esigenza di rivivere lo spazio, di abitarlo in modo essenziale e semplice con la scelta di pochi, indispensabili complementi di arredo che secondo la tradizione zen sono il futon, appunto, tatami, un armadio e un comodino. Arredamento funzionale, comodo e anche decisamente economico, ma nella scelta in questo caso il lato economico non è tra gli elementi rilevanti.

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